domenica 22 settembre 2013

Nel buco del tav

Ieri la Stampa dava conto di un documento scritto da due reclusi per motivi politici - che si dichiarano brigatisti rossi - in merito al movimento di vivace e calorosa opposizione allo scavo del buco in val di Susa per il treno ad alta velocità tra Lione e Torino (eccetera, verso est, verso ovest). Strano, ma parte del documento era riprodotto, e sia pure in caratteri microscopici, cosicché abbiamo potuto leggerlo. Con grandissima fatica abbiamo riscontrato un ragionevole richiamo all'organizzazione, da parte dei due suddetti comunisti in galera, ai gruppi valsusini di tipo anarchico. Peccato che i due comunisti in questione appartengano ad una organizzazione (se pure esiste) colpevole storicamente di gravi errori, per cui forse siamo nei dintorni della proverbiale mangiatoia, dove il bue dà del cornuto all'asino.
Altro discorso si deve fare sul coro delle ruffianelle che si scandalizzano quando qualcuno, invece di ripetere le solite stupidaggini sui "messaggi deliranti" (sono quasi 40 anni) delle BR, li leggono e ci pensano sopra. Com'è giusto.
Altro discorso ancora si deve fare sul ministro degli affari interni berlusconiano, che manda "200 alpini" in Val di Susa a difendere il buco del tav dagli attacchi di chi proprio non lo vuole.
Nessuno lo vuole!

N.B. questo è il post n. 800 della serie "Minima. Catalogo dei rovesci umani".

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