sabato 16 maggio 2015

Accoglienza

Ieri il Corriere ha pubblicato un articolo di Donatella Di Cesare sul tema dell'accoglienza. L'autrice, impegnata in modo forse scomodo nella vicenda editoriale e filosofica inerente le opinioni di Martin Heidegger, il famoso e difficile pensatore tedesco, sull'ebraismo e sugli ebrei - ciò l'ha segnalata alla nostra pigra attenzione - ha scritto sull'accoglienza un libro che certo proveremo a leggere, nell'ipotesi che esso ci venga sotto mano. 
Dal momento che qua e là nella fittamente abitata Europa, colma di nababbi possessori di immobili e terreni bell'e pronti per accogliere schiere di immigrati africani e d'altro genere, si levano obbiezioni anche fobicamente colorite in merito all'accoglienza dei medesimi, controfobicamente si erogano, da parte di personalità di spicco vario, prediche dirette a persuadere gli europei a schiodarsi dalle loro ambasce proprietarie e nazionalistiche, ad abbandonare il loro attaccamento ai beni terreni, mobili e immobili, e a dare accoglienza ai cosiddetti disperati che pervengono avventurosamente (ma anche avventuristicamente) in Europa. 
La Di Cesare contesta, nell'articolo ieri pubblicato dal Corriere nella pagina centrale dei commenti, proprio l'ideologia che consiste nell'atteggiamento proprietario di appartenenza a una terra, a una nazione, magari a un "sangue", e così via. Insomma, per la Di Cesare affermare che "qui c'ero io, questa è casa mia", sarebbe un errore da correggere. In nome dell'ibridazione, o, se non in tal nome, dell'apertura, dell'accoglienza. 
Tre cose abbiamo da dire: la prima è che le prediche servono solo a se stesse, invece è utile gestire secondo ferrea giustizia l'emergenza immigrati con lo strumento del governare. Il buon cuore è un optional, il buon governo è obbligatorio. La seconda è che siamo troppi, e che nei Paesi da cui provengono i migranti ci si riproduce a mo' di conigli. Anche in questo caso bisogna governare per limitare le nascite. La terza è che vi è un celebrato Paese, affacciato nella parte sud orientale del Mediterraneo, che è nato proprio sul principio del "qui c'ero io" (magari alcune migliaia di anni or sono) e dove si "accoglie" solo chi è omologo, mentre chi è "altro" e però sul posto ci abitava non tremila, ma settanta anni fa, è preso a calci in culo. 

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