lunedì 17 dicembre 2007

"Declino" e "depressione" in Italia.

Leggo e ascolto chiacchiere sull'immagine dell'Italia in Usa, in Inghilterra ecc.
Se il nostro paese è triste (e tristo) dipende dalla perdita continua di valori che non siano il profitto, anzi il denaro, poco o tanto non importa, e quindi dall'ignoranza.
Tramite i pareri angloamericani su di noi i nostri commentatori vogliono propagandare l'allargamento del comando sul lavoro e della privatizzazione, che ipocritamente sono definiti riforme. Dunque chi scrive di "declino" e "depressione" in Italia lavora per il loro incremento. E non vedo come la vita in USA possa essere presa a paragone per la nostra.
Noi abbiamo bisogno non di più mercato, ma di meno, abbiamo bisogno di meno privato e di più socialità. Di non essre consumatori, ma cittadini.

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giovedì 13 dicembre 2007

Acciaio.

I morti e i feriti di Torino (tutti morti: sette - gennaio 2008) sono vittime del mercato dell'acciaio, che, come ogni mercato, enfatizza l'interesse economico e svaluta le persone. L'industria, se lasciata soltanto alla logica dei bilanci, genera simili mostruosità.
Il resto è un insieme di dettagli, di errori piccoli e grandi. Il quadro resta chiaro: il capitalismo è il nemico dell'umanità, della natura e della cultura.

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giovedì 6 dicembre 2007

Partitofobia.

La partitofobia, non innocente, ha prodotto orrori vari, due ne abbiamo visti di recente, a "sinistra" e a destra. Alcuni milioni di persone, non selezionate, hanno eletto leader del partito democratico Veltroni, e votato altri "rappresentanti". Evento interessante nella prospettiva elettorale (a quanti voti corrispondono, amplificando il "campione", tre milioni di elettori alle primarie?), ma patetico se visto come inerente ai compiti di un partito, che dovrebbe elaborare la sua politica nei suoi luoghi organizzativi per mezzo dei suoi iscritti e militanti, ed esprimere dal suo interno la dirigenza. Tre milioni, o quanti sono stati, di "consumatori" di chiacchiere politico-mediatiche non fanno un partito per essersi recati a votare una domenica. Non scherziamo. Dall'altra parte, quella del sedicente partito del popolo delle libertà, i milioni di persone millantati dal Capo hanno espresso preferenze in rapporto alla denominazione del medesimo partito o polo o cosa, "che neppure esiste", come si è lasciato scappare il Capo. Infatti questa è la verità: la partitofobia ha annientato lo spirito dei partiti, che erano cucine di idee, di cultura, di politica. Cucine, se non fucine.

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Proporzionalmente.

Un paese ha molte facce, ospita interessi e passioni molteplici, specie se è antichissimo come il nostro. E' naturale che in occasione delle elezioni politiche o amministrative le molte facce si manifestino tramite il voto a grandi o piccoli partiti. Tutti hanno diritto alla rappresentanza in proporzione alla loro quantità, alla grandezza del loro insieme. L'unico sistema elettorale giusto è quello assolutamente proporzionale. Tutti gli altri rappresentano limitazioni della libertà dei cittadini di votare per il partito che preferiscono, in nome di una "governabilità" che assomiglia alla dittatura. Un partito che raccolga nel paese duecentomila voti, è un esempio, dovrebbe avere un rappresentante in parlamento, un partito che raccolga dieci milioni di voti dovrebbe avere cinquanta rappresentanti.
Quanto alla pretesa che i partiti siano legati dalla loro politica preelettorale e che non possano dar luogo , se è il caso, a coalizioni nuove e sorprendenti, essa è discutibile. Intanto il partito o i partiti che avranno dato luogo a sorprese, potranno essere "puniti" dai loro elettori alla prima votazione, e poi dobbiamo pensare che i partiti siano fatti prima dagli iscritti e militanti e poi dagli elettori.
Anche l'idea che gli elettori, tramite le cosiddette primarie, decidano i candidati, è discutibile. I candidati devono essere discussi e decisi dagli iscritti e militanti del singolo partito, oppure stiamo assistendo ad una trasformazione dei partiti in cartelli pubblicitari di prodotti politico-amministrativi?

Tornando al proporzionale e al cosiddetto sbarramento di cui si parla, del 5%, esso è durissimo e ingiusto: poniamo che votino in trenta milioni, significherebbe un milione e mezzo di voti meno qualcosa buttato via. Siamo matti?
Certo, in caso di sbarramento duro (5%), accadrà che piccole formazioni si aggregheranno strumentalmente al superamento della soglia. Bel risultato!

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mercoledì 5 dicembre 2007

Pena di morte in Italia.

L'altro giorno in Sicilia la polizia ha ammazzato un ricercato in fuga senza armi, né in mano né addosso, con un colpo in testa. Ma l'Italia non è fautrice dell'abolizione della pena di morte? Forse i sospettati di appartenenza alla "mafia" han diritto a un'esecuzione sommaria?

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