mercoledì 29 aprile 2015

Il Corriere di ieri pubblicava una lettera scritta da una bambina africana giunta avventurosamente in Italia via mare, superstite, ai suoi "fratelli". La bambina scrive in inglese che non merita partire, perché in mare c'è la morte. Ci pare una sintesi accurata, e ribadiamo quanto suggerito altre volte: la miseria non giustifica il gioco d'azzardo della vita.
Un bambino può essere sorpreso dalle pene della migrazione, un giovane adulto, assai probabilmente "connesso" con l'informazione web, non può essere ignaro dei rischi che corre partendo all'avventura. 

Etichette: , ,

Baltimora

La donna che spinge via dalla manifestazione il ragazzino di nero vestito e incappucciato, lei strizzata in abiti colorati, zona Baltimora, è un Tarocco degno di nota. E lui si lascia spingere, dalla prosperosa femmina dai capelli assai variopinti, protesta appena. E' il Partito, che svia le masse dal commettere errori, dal farsi provocare dall'avversario? E' l'Ecclesiaste, che svia gli sciocchi, ripetendo che tutto è vano? E' una Magnani, irresistibile madre mondiale, che urla di correre a casa? Una "castrante" donna, forse. Ma che meraviglia!

Etichette: ,

domenica 26 aprile 2015

Se è vero che la sconfitta del fascismo-nazionalsocialismo, nel 1945, ha liberato il nostro Paese dall'oppressione e dalla paura, è vero anche che lo ha consegnato alla dittatura del capitalismo, del denaro, dittatura che nei decenni si è fatta sempre più pervasiva. Ieri 25 aprile, festa della Liberazione, abbiamo visto che molti lavoravano, stavano aperti diversi negozi, perfino servizi pesanti e maleodoranti (in modo non metaforico) erano attivi - nel tardo pomeriggio. Ciò significa che il denaro sta vincendo su altri valori: naturalmente chi lavora non è detto che si dolga di tale insieme di fatti, ma è certo che i dipendenti stanno sotto ricatto. Non c'è molto da festeggiare. Non siamo più liberi di ottanta anni or sono -1935, in pieno fascismo; siamo ancora e sempre prigionieri, seppure in modo diverso. Eravamo prigionieri di dittatori (Mussolini, Hitler); oggi siamo sotto la dittatura impersonale del denaro. 

Etichette: , ,

sabato 25 aprile 2015

Droni e padroni

Obama sapeva che l'italiano ucciso "per sbaglio" in Pak era stato vittima dei suoi droni, oppure non lo sapeva, quando ha duettato con il Bertoldo di Rignano; ne hanno parlato, quindi, oppure no. Su uno dei due pesa l'accusa di perversità, sull'altro di servilismo, su entrambi d'ipocrisia, a scelta. Abbiamo l'idea che la figura fatta dal Bertoldo di Rignano graffi in profondità la sua carriera. Intanto suggeriamo ai nesci che non è serio stracciarsi le vesti perché è morto uno dei "nostri" fregandosene delle migliaia sterminati dai droni guidati dai padroni.

Etichette: ,

martedì 21 aprile 2015

Josephine e il draghi

Hai visto giorni fa la tipina che è saltata in cattedra davanti a Mario Draghi?

Sì...

Hai visto che balzo? E lui, lui, sorpreso, atterrito, arretrante, intanto che la piccola erinni gli tirava coriandoli e scompaginava i fogli della relazione bancaria europea!

Sì, e allora?

Volevo sapere che cosa ne pensi ... Ha attirato l'attenzione sulle cose giuste, no?

Vuoi dire sulle sue lunghe gambe fasciate di nero, sullo snello culetto, su, su, fino al  bel muso da impunita: a proposito, chi è?

Josephine Witt, questo il nome di battaglia.

E brava Josephine!

E Draghi?

Draghi si sarà rifatto, la bocca non so, forse sì, se come dicono i coriandoli erano confetti; gli occhi di certo...

Tutto qui?

Tutto qui

Etichette: , , ,

Asilo di Rignano

Si nota che il rignanese indica in pubblico i suoi colleghi italiani e non, lì presenti, usando il nome di costoro, così, come si trovasse all'asilo, a Rignano, e con lui Pierino, Giacomo, Lucia, e la sora maestra, Valentina. Gli serve un bavaglio.

Etichette: ,

lunedì 20 aprile 2015

Resistenza "corale"

Il Corriere della sera esce da sempre a Milano, che nel 1945, ultimo anno di guerra, era la città più importante della Repubblica sociale italiana creata nel 1943 e governata da Mussolini sotto la "protezione" dei tedeschi. Allo scopo di ricordare la fine della guerra, detta anche "liberazione", il Corriere in questi giorni, noi notiamo, si dà parecchio da fare. Promuovendo un libro di un suo giornalista sulla resistenza in quanto fenomeno "corale". Ebbene, perché non pubblica anche qualche riproduzione delle sue prime pagine inerenti il periodo che va dall'autunno 1943 alla primavera del 1945?

Etichette: , ,

Masse in fuga

Molti vedono i migranti in Europa via mare Mediterraneo nella posizione unica di vittime passive di un "imbuto" di miseria guerra schiavismo e pirateria; noi continuiamo a considerarli anche come masse di individui che attuano in modo deliberato, almeno al momento di lasciare i loro Paesi, tentativi migratori a dispetto della loro micidiale pericolosità. Per comprendere tali masse di individui non bastano gli strumenti che molti usano, in definitiva banalizzanti e neanche troppo nascostamente razzistici, serve anche un riferimento teorico inerente la psicologia di massa come il classico Psicologia delle folle , di Le Bon (1895); aiuta il novecentesco Masse e potere , di Canetti (1961), che comprende un paragrafo intitolato "Masse in fuga" (p. 62, edizione italiana Adelphi). Si tratta di due autori alquanto estrosi e più tendenti alla teorizzazione che non alla "scienza". Anche La mente del viaggiatore, di Leed, vale (edizione italiana Il Mulino). Se si desidera un approccio meno speculativo, consigliamo l'ottimo manuale di psicologia sociale a cura di Hewstone (edizione italiana Il Mulino). Se non la rassegna di psicologia collettiva di Mucchi Faina (Carocci). 

Etichette: , , , , ,

sabato 18 aprile 2015

Senza poter uscire dalla sala

Letto alla svelta il nuovo libro di Sergio Romano, In lode della guerra fredda (Longanesi), uscito in questi giorni. Sembra una sua "risposta", solo assai lunga, del genere di quelle che quasi ogni giorno leggiamo con qualche simpatia sul Corriere a questioni poste da lettori - in genere evoluti; stessa scioltezza e soprattutto indipendenza di giudizio. 
Romano ritiene che la famosa guerra "fredda", terminata con la fine dell'Urss, abbia avuto il merito di garantire un equilibrio planetario, certo fondato sul timore di una possibile guerra atomica che avrebbe trasformato gran parte di noi in repliche degli abitanti di Hiroshima e Nagasaki. 
Può darsi che noi siamo ingannati dalla differenza che Romano costituisce nella mala landa dei media più importanti del nostro Paese, tutti e tre (Corriere, Repubblica, Stampa) sull'attenti (dal basso) di fronte agli Usa, ai loro interessi ed alle loro fole. Gabole. Imbrogli. Può darsi che noi sopravvalutiamo, in base ad un contrasto di "colore", la presenza di questo anziano esperto di Storia recente (e non solo). Genere "in terra di ciechi beato chi ha un occhio solo". Può darsi. Ma da Romano impariamo molto, ogni giorno. 

I guai spaventosi ed apparentemente promettenti infinità malefica che oggi ci assillano deriverebbero, secondo Romano, dalla caduta dell'influenza della politica estera sull'agire dei governi che contano (Usa in testa), com'era al tempo della guerra fredda, e dalla crescita dell'influenza della politica interna guidata dall'opinione pubblica e dalle lobbies (industria delle armi in testa).
Il libro diventa quasi febbrile via via che si avvicina all'oggi, al film che stiamo guardando spaventati e senza poter uscire dalla sala.

Etichette: ,

lunedì 13 aprile 2015

"Genocidio"

Il giulivo Bergoglio ha menzionato ieri diversi "genocidi" del secolo scorso*, naturalmente i più noti ed anzi celebri "genocidi", ma ha dimenticato di ricordare le due bombe atomiche sganciate dai nordamericani su due città giapponesi nell'estate del 1945, che causarono subito più di  centomila morti rimandando nel tempo molti altri defunti. Ha menzionato anche il "genocidio" patito dalla minoranza armena all'interno dell'impero ottomano (1915) suscitando immediatamente il rigetto del governo turco. Non nascondiamo una certa quale simpatia per gli amici turchi, certo la questione armena maleodora parecchio, ma il fatto che ci si rifiuti di sottostare all'andazzo imposto dai sedicenti buoni ai cosiddetti cattivi ci piace molto.

*già, perché solo del secolo scorso? Le malefatte massicce dei secoli precedenti non contano più?

Etichette: , ,

giovedì 9 aprile 2015

Quel che accadde a Genova nel 2001, era d'estate, fu ordinaria amministrazione repressiva da parte dello Stato, nella circostanza interpretata dalla coppia Berlusconi Fini, ben contenti di mostrare ai "grandi" convenuti l'ordine che il loro governo era capace di offrire, in particolare al padrone Usa. I giovani convenuti dall'Italia e da fuori ebbero occasione di imparare che cos'è lo Stato, gli ingenui tra loro si stupirono della repressione, molti è probabile che abbiano rinunciato alla lotta politica, preferendo l'integrità delle ossa. O della vita (vedi l'assassinio di Carlo Giuliani). 
Quel che accadde nella scuola "Diaz" (ma anche a Bolzaneto), dove erano alloggiati alcuni manifestanti in procinto di tornare a casa, il giorno seguente, fu un vendicativa spedizione punitiva di tipo cileno animata in modo sadico dai molti autentici fascisti inseriti nelle forze dell'ordine. I manifestanti furono picchiati a freddo, poi portati via e quindi torturati, come giustamente osserva un autorevole (ma ipocrita) organismo europeo, al riparo di occhi indiscreti. Torturati per pura vendetta fascistoide, "cilena" (vedi alla voce 11 settembre 1973). Alla normale forza-violenza dello Stato si aggiunse un extra, dovuto certo anche alla cialtroneria del governo Berlusconi. 

Etichette: ,

domenica 5 aprile 2015

Manette all'Iran

Se ci si vuol divertire, ci si procuri la Repubblica di ieri 4 aprile: strepitava, l'organetto romanesco, come una gallina sodomizzata da un mulo. 
Ma de che? 
In questione era ed è l'accordo di Losanna circa l'industria atomica iraniana. L'imperialismo, o se volete l'impero (Usa Russia Cina Germania Francia Gran Bretagna, più l'UE, hanno fatto l'accordo con l'Iran)  strangolava l'Iran - da quando questo Paese gli si sottrasse prendendo a calci il cosiddetto scià di Persia, sovrano da settimanale illustrato - con il laccio delle sanzioni *. Come con Cuba? Tipo. Da ultimo il governo iraniano ha deciso di cedere e di farsi controllare in merito al suo sviluppo industriale atomico. Tutto qui. 
Tutti, che la vogliano, hanno la bomba atomica (un solo Paese l'ha usata, gli Usa nel 1945 per chiudere la partita del Pacifico); Israele, Paese guerrafondaio, pericolo per l'intero pianeta, scrigno di arroganza, nemico della verità ed assassino potenziale dell'Iran, ha bombe atomiche a bizzeffe. Ma l'Iran è sospettato di voler la bomba. 
Che "riconosca" Israele, grida il riportino al potere, Netanyahu.
L'accordo, che non è stato firmato ancora, forse per dar tempo a qualche sbruffone di andar per le spicce, è una galera, per l'Iran. Tutto qui.
Ma l'ebraismo mondiale, di cui fa parte la Repubblica, vera caserma kosher, pare contrariato, se non finge, come al solito, di esserlo. Gli hanno portato a casa un risultato enorme, le manette all'Iran, questa è la verità.

*Senza contare la guerra che nei primi anni ottanta si scatenò contro l'Iran per l'interposta persona del capo irakeno Saddam, allora alleato.

Etichette:

mercoledì 1 aprile 2015

Quando descrivono le trattative in corso sul futuro "atomico" dell'Iran, i media che noi osserviamo non mancano mai di dar conto di quel che il riportino al potere, Netanyahu, ha da dire in proposito. Costui, recentemente miracolato alle elezioni da quei poveri coatti che risiedono là dove non dovrebbero*, mugugna, sbraita, minaccia sfracelli. E dimenticano di precisare, quei media, che Israele ha tutte le bombe atomiche che vuole.

*ci riferiamo agli occupanti dei nuovi "insediamenti", in genere proletari ebrei venuti dall'est Europa. Del resto nella posizione di coatti sono tutti gli ebrei annidatisi in Palestina con pretese ed arroganza crescenti.

Etichette: ,