venerdì 30 novembre 2012

Che ne pensi dell'abbandono del Manifesto da parte di Rossana Rossanda?

Francamente leggo quel giornale troppo poco per saperne qualcosa, quindi mi limito a dirti che senza RR per me diventa ancora più difficile comprare il Manifesto.

E dell'abbandono di Vauro e di D'Eramo?

Lo stesso, con la precisazione che di Vauro e dell'altro m'importa poco.

E' da credere che i tre, se non ce ne sono altri, se ne siano andati soprattutto per motivi politici, più che  per motivi economici.

Veramente ho letto che D'Eramo si aspetta il TFR, cioè la liquidazione; non ha gradito un taglio fatto ad un suo articolo sulle elezioni presidenziali in USA. So che qualcuno avrebbe dato a Vauro del "venduto". Altri se ne sono andati dal Manifesto per approdare ad altri quotidiani più solidi: Gianni Riotta, Riccardo Barenghi, insomma: tra non essere pagati ed essere pagati c'è una bella differenza!

E Rossana Rossanda?

RR credo che sia pensionata dello Stato, perché ai tempi fu parlamentare del PCI. Su di lei credo che abbiano agito essenzialmente motivi politici.

Comunque la possiamo leggere tutti i venerdì su "Sbilanciamoci"!

Magari qualche volta faremo questo tentativo....

Ti piace Rossana Rossanda?

No, ma è molto esperta, vede lontano, è un'anziana signora che sa scrivere, per il Manifesto è una perdita grave.

Chi ti piace?

 Lascia perdere.......

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L'articolo di un certo Visetti sulla Repubblica di oggi a proposito del Tibet ci ha ricordato certe pagine "cinesi" di Kafka, tra le quali molti ricorderanno La costruzione della muraglia cinese. K segnalò narrativamente come il procedere di tale opera gigantesca sfuggisse a chiunque, come nessuno avesse la possibilità di fare verifiche complete, a causa della lunghezza della muraglia. Ne conseguiva, secondo K, che dire alcunché sul procedere della costruzione della muraglia era impossibile.
Il Visetti da parte sua nel mezzo del suo lungo testo dichiara che nessuno può verificare la veridicità delle denunce di parte buddista, perché nessuno ha il permesso di andare nei luoghi tibetani della "repressione" e del "genocidio culturale" agiti, a quanto pare, dal governo della RPC in Tibet.
Si dirà che la muraglia esiste, ora lo sappiamo. Ora. Ai tempi di Kafka, cento anni fa, no.
Con  l'aggravante che i fatti del Tibet hanno una consistenza un pochino meno pietrosa della muraglia.
Tra l'altro, in un altro punto dell'articolo il Visetti si cala nel ridicolo segnalando che le persone che, a quanto pare, si danno fuoco per protesta, "rinunciano alla reincarnazione". Di che cosa sta parlando?

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Prima dell'incontro di calcio tra Juve e Napoli un certo intervistatore della Rai di Torino, tempo fa,  ha detto, prima di mettere il microfono davanti alla bocca di un sostenitore della Juve, qualcosa di offensivo sui tifosi napoletani che, a quanto pare, potrebbe costargli il posto di lavoro, leggiamo su Repubblica.
Costui ha peccato di volgarità, banalità e conformismo: potrebbe essere trasferito magari alla sede di Napoli della Rai, ma non dovrebbere perdere il posto di lavoro.
Cogliamo da quanto precede l'occasione per toccare la questione delle responsabilità penali dei giornalisti, divenuta famosa a causa del rischio che il direttore di un giornale italiano correva, di andare in prigione a causa di un articolo diffamatorio pubblicato sul suo giornale*.
Un conto è diffamare un'entità alquanto nebulosa come "i tifosi napoletani", diverso è diffamare una singola persona con preciso nome e cognome. Non si vede perché i giornalisti dovrebbero avere il salvacondotto della diffamazione in nome della cosiddetta libertà d'espressione e di stampa.
Un'opinione volgare, banale, conformistica come quella dell'intervistatore Rai rientra nella libertà
d'espressione, o di cazzata, se vogliamo; la diffamazione mirata, no.

*E' stato messo agli arresti domiciliari a casa della fidanzata, potrà telefonare, ricevere parenti, uscire due ore al giorno. Praticamente è la Caienna.

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mercoledì 28 novembre 2012

Oggi si vota all'ONU ...

Lo so, sulla Palestina da promuovere a Stato osservatore...

La maggioranza è favorevole...

Anche Israele?

No, Israele è contro...

Ma pensa! E chi è contro, a parte Israele?

Gli Usa, la cosiddetta Gran Bretagna, la Germania...altri minori...

E l'Italia?

Che t'importa dell'Italia? Non sarai nazionalista, per caso?

Ma noi siamo italiani!

Noi... tu sarai italiano, io no...

Ah no? E cosa sei?

Sono kurdo!

Strano. E il Kurdistan come vota?

Il Kurdistan non è uno Stato, è una composizione! Il Kurdistan è una dimensione esistenziale!

All'ONU c'è posto per i romantici?

Sì, certo, ovunque c'è posto per i romantici.

Hai letto cosa scrive Bernardo Valli su Repubblica? Che la votazione è surreale!

Meglio un voto surreale che un voto da servi...

Stamani sei strano, maestro...




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lunedì 26 novembre 2012

Il risultato ottenuto da Renzi Matteo dimostra che le primarie sono un errore, perché esse offrono agli incompetenti il diritto di esprimere la loro incompetenza e privano il partito, i suoi iscritti, soprattutto i suoi militanti, dello spazio giustappunto partitico, che serve a discutere, a insegnare, a decidere, a votare. Ma, oggi, esistono i militanti?
Il risultato ottenuto da questo individuo assurdo che parla in termini di "panchina", "tribuna", "allenatore", "squadra",  invece che di politica, esattamente come Berlusconi, dimostra che il PD non è un partito, ma è solo un cartello burocratico elettoralistico, se non un ingrediente da sciogliere nella melma politico-mediatica, la quale ultima in fondo decide.

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domenica 25 novembre 2012

Berlusconi, certo che il suo PDL otterrà pochissimi consensi nel 2013, vede la possibilità di restare in parlamento, a lui necessaria per scansare la legge, farsi piccola e incerta. Perciò darà il via ad una sua lista per raccogliere i suoi nostalgici e garantirsi così altri anni d'impunità parlamentare. Il lato positivo di tale operazione di auto salvaguardia sta nella prospettiva che quasi tutti i membri della banda che ci ha impestato per anni e anni finirà a scopare il mare. Ci resterà il capo. Del resto è da molto tempo che ci ripetiamo quanto segue: solo la natura implacabile e uguale da ultimo per tutti saprà fare piazza pulita.

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venerdì 23 novembre 2012

Un gruppo di sostenitori del Tottenham (nome di un "quartiere" di Londra), forse in trasferta a Roma per l'incontro tra gli Hot Spurs ("speroni roventi" giustappunto di Tottenham) e la Lazio, riuniti in un cosiddetto pub, sono stati assaliti durante la notte prima della partita, giorni or sono. A quanto pare hanno avuto la peggio, e qualcuno è finito all'ospedale. L'assalto è avvenuto in zona Campo de' fiori, gli assalitori, numerosi e dotati di armi contundenti, a quanto ne sappiamo noi che siamo costretti a vivere lontano da Roma e dalle sue innegabili delizie, sono sconosciuti. Quando la polizia ne rintraccerà qualcuno, ne sapremo di più.

Commentando questo fattaccio non particolarmente nuovo, Alessandro Portelli, ieri sulla prima pagina del quotidiano tardo trotzkista Il Manifesto ha espresso certe sue opinioni sulla politicità del tifo calcistico estremo. Insigne studioso di letteratura inglese ed americana (ne ricordiamo un pregevole saggio su Joseph Conrad pubblicato molti anni fa da Einaudi, che tuttavia noi non siamo riusciti a leggere fino al termine a causa del fatto che adoriamo Conrad e non c'importa nulla del fatto che politicamente fosse un reazionario), il Portelli afferma, tra le  altre cose, che l'appartenenza calcistica non ha ragioni. Scrive che se uno è di Firenze tifa per la Fiorentina, tutto qui, e dichiara di essere, lui, tifoso della Lazio perché suo padre fu giocatore di quella squadra. Tutto qui.
Se ciò significasse che il tifo in genere è irrazionale, noi saremmo d'accordo, ma se volesse significare che si tifa per una squadra per motivi inconsistenti, allora non saremmo d'accordo.
Vi sono calciofili fiorentini che non tifano per la Fiorentina, noi ne conosciamo uno, è un nostro parente neppure troppo lontano, che è fortemente juventino. Come la mettiamo?
Sappiamo che i molti tifosi di Juventus, Milan e Inter, milioni di persone, sono soltanto in parte calciofili torinesi o milanesi. Una quantità di tifosi, anche organizzati e militanti, direbbe Alessandro Dal Lago, di cui ricordiamo un notevole studio sul tifo intitolato Descrizione di una battaglia, una quantità di tifosi di una di queste tre squadre che dominano i campionati italiani da sempre, sono residenti in città cittadine paesi e borghi che non hanno nulla a che fare con Torino e Milano. Come la mettiamo?
Un nostro amico di gioventù, fiorentino, tifava per la Roma. Un giorno gli domandammo perché (...) tifasse per la Roma, e lui, lasciandoci senza parole, ci rispose che da bambino l'aveva scelta "perché era la squadra della capitale". Conosciamo un sardo che vive in Toscana e tifa per il Torino, forse perché ha studiato in quella città, da ragazzo.Come la mettiamo?
Torniamo ai tifosi di Juve, o Milan, o Inter non  torinesi né milanesi. E' probabile che costoro abbiano scelto una di quelle tre squadre, magari seguendo abitudini di parenti ed amici, perché  esse garantiscono ai loro sostenitori grandi e grandissime soddisfazioni, la Juve soprattutto in ambito nazionale, il Milan soprattutto in campo internazionale. Ciò, noi diremmo, ha una sua logica. Non è senza ragione.

Si tratta di milioni di persone, e già la quantità diviene qualità, tra le quali migliaia sono tifosi militanti e organizzati che talvolta colorano di politica il loro tifo, allo stadio e anche fuori. A Livorno, città "rossa", i tifosi importano nel loro linguaggio militante del "rosso", a Roma, dove i fascisti sono una presenza consistente assai, ci pare, i tifosi spesso importano nel loro linguaggio e militanza del "nero". Fanno della politica? Chissà. In un senso infimo, forse.

Non è che, se uno dice che la tale è una bella passera, fa dell'ornitologia. Non è che, se un gruppo di tifosi sciorina Che Guevara o falce e martello, fa della politica, né se espone una simil svastica e inneggia ai "forni". Trattasi di politicità del tutto posticcia.

A Roma, si sa, molti sono per la Roma, e pochi meno stanno per la Lazio. A Genova si tifa per il Genoa oppure per la Sampdoria. A Torino per la Juve o per il Toro. Noi tuttavia non sappiamo perché si "sceglie" la Roma o la Lazio, il Genoa o la Samp, infatti queste sono coppie di squadre che offrono ben poche soddisfazioni concrete ai loro tifosi. Ci dev'essere dell'altro. Motivazioni personali, di famiglia, di quartiere, forse anche "politiche". Ma non prive di ragione.

Un giovane maremmano, per dire, può sceglie la Juve, opera un qualcosa che ha motivazioni, insomma, lui opta per. "Optare per" riguarda anche i romani, i genovesi. E' ben qualcosa.

No, l'appartenenza calcistica non è senza ragioni, anzi, è ricca di motivi, tra i quali quello identitario, che non è da buttar via, come il Portelli vorrebbe. L'identità sociale è importantissima e si appoggia anche sul tifo. La nostra squadra del cuore fa parte del nostro "Sé", intimo e pubblico. Anche il nostro linguaggio politico, raffinato come quello del laziale Portelli o rozzo come quello dei moti tifosi della Lazio.

Torniamo a Campo de'Fiori. L'aggressione contro i tifosi inglesi (se pure erano tifosi e non semplici turisti) con ogni probabilità ha avuto a che vedere con uno o più episodi analoghi avvenuti, magari nei decenni, tra Londra e Roma. Si tratta di faide.

Il film, in altri termini, non è iniziato ieri, né finirà domani. Sedersi in sala e tacere, please.


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mercoledì 21 novembre 2012

Per concentrarci sui fatti osceni di questi giorni abbiamo letto una dichiarazione di Noam Chomsky, studioso creativo di linguistica e voce non allineata al pensiero imperialista, pubblicata sul Manifesto. Chomsky nega che tra Gaza e Israele sia in atto una guerra, ma afferma che si tratta di un assassinio ad opera di Israele.
Sempre il Manifesto di ieri pubblica un articolo di Stefano Sarfati Nahmad  in cui si definiscono invece molti ebrei come "sordamente e ciecamente indifferenti alla tragedia del popolo palestinese (...) come paralizzati dalla trappola dell'identità e del vittimismo". Poiché il Sarfati usa l'espressione "i miei correligionari" ne concludiamo che, come ebreo, ha del coraggio.
Sulla scia di queste brevi letture ci saremmo decisi a leggere un testo scaricato e stampato mesi or sono, di Luciano Tas. E' intitolato "21 domande 21 risposte per conoscere correttamente la questione israelo- palestinese". Luciano Tas non si muove di un millimetro dalla sua posizione di tifoso d'Israele. Nessuna responsabilità è attribuita a Israele, mai, tutte invece sono a carico degli arabi e dell'Olp. Noi non ce l'abbiamo fatta, a perdere il nostro tempo con un estremista simile, però segnaliamo l'opera a chi, tra i nostri pochissimi lettori, volesse studiarne le caratteristiche e la "correttezza".
Chomsky e Sarfati, secondo una definizione di grande interesse, potrebbero essere detti, da certi loro "correligionari", "ebrei che odiano se stessi". Così viene bollato chi critica la sua "gente".
Tas non rischia certo tale etichetta, infatti, per dirla con Sarfati, cade nella "trappola dell'identità".

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martedì 20 novembre 2012

I media sono coordinati, in merito agli ultimi avvenimenti mediorientali, secondo un discorso di parità bellica tra i palestinesi e gli israeliani: da una parte Gaza lancia "missili" o "razzi", dall'altra Israele opera sparando dall'alto.
Le immagini ieri sera mostravano un edificio sventrato e annientato, a Gaza, e un salotto scheggiato e in disordine, in non sappiamo quale cittadina israeliana.

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Maestro, sono indignato!

Tu quoque...

Come?

Anche tu?

Sì, ho letto che nel nord, mi pare nord est, Bolzano, un giovane è stato condannato a undici mesi per aver rubato in un negozio un wurstel e un pomodoro, è una vergogna!

No, anzi, dovremmo esser grati a quel giudice, perché ci fa ripensare che la Legge non è la Giustizia, infatti qualche volta ce ne dimentichiamo... Cioè, i giovani se ne dimenticano...

Quindi la giustizia è diversa dalla legge?

Ovvio, compagno Fritz, ovvio...

E come se ne esce?

Di prigione?

No, dallo scarto tra giustizia e legge...

Mirando alla giustizia, sempre e soltanto, e, prendi nota: alla giustizia sociale!

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lunedì 19 novembre 2012

Ti vedo spesso che sfogli la Stampa, Il Corriere, l'altro giorno ti ho visto tra le mani addirittura Pubblico, ieri avevi con te Il manifesto, ma soprattutto è il Corriere che leggi...

Mica lo leggo, e neanche gli altri leggo, li scorro, evito le buche più dure, Ostellino, Battista, guardo i titoli, mi fermo sugli articoli di argomento storico di Sergio Romano...

E Panebianco, Galli della Loggia?

Ma figurati!

E allora fanne a meno, e festa finita!

La mattina mi sveglio all'alba e sfoglio il quotidiano del giorno prima, passo il tempo, sai sono un pensionato...All'alba ho un po'più di pazienza...

E leggi anche Battista Pier Luigi? Panebianco? Della Loggia?

Ma no, il Corriere è bello da tenere tra le mani, tutto qui, e non è isterico come la Repubblica, né camomillico come la Stampa, né saputello come il Manifesto...

E Pubblico?

Mah, mi sembra roba per giovani, comunque non posso dir nulla, è presto...

Quindi non hai letto quello che ha scritto il Battista Pier Luigi su Gaza?

Ma no, la vita è breve!

Peccato perché era fantastico, da ritagliare, te lo sintetizzo?

No, dài, lasciami in pace!

E allora a chi ne parlo?

Al tuo analista, per esempio...

Non ho un analista, non siamo mica negli anni settanta...

Apri un blog, sfogati lì...

Un blog tutto su Battista Pier Luigi?

Sì, ho il titolo: E' stato il maggiordomo.

Ganzo! Grazie, ora vado...

Va', va', e auguri!


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venerdì 16 novembre 2012

Due giorni sono passati da quando abbiamo letto sul Corriere della sera che dal 2001 a oggi su vari luoghi prossimi a Gaza - ed abitati dagli israeliani - sono stati lanciati 14 mila razzi. Abbiamo fatto un paio di divisioni, ne risulta una media di tre razzi al giorno.
Si sa, del resto, che le medie sono solo una rappresentazione della realtà.
Anche i totali tuttavia lo sono.
Ci chiediamo se qualcuno ha conteggiato anche le sassate tirate da dimostranti imberbi contro le truppe israeliane durante le due Intifada. Gli sputi, i vaffanculo. O gli ulivi segati.
Intanto, dall'inizio di questa nuova puntata del dramma, a tre persone morte da una parte, ne corrispondono ventinove dall'altra. E lo sbilancio cresce.

Noi vorremmo lo stesso numero di morti e feriti da ambo le parti: zero.

I fautori della teoria secondo cui chi critica Israele è un "antisemita" perché tra l'altro non critica né evidenzia altre realtà del pianeta dove si declina la distruttività umana, ma solo Israele, dimenticano o fingono di non sapere che in Palestina da decenni si rappresenta l'umano al suo peggio, che la Palestina straziata è il teatro principale dell'abissalità. La Palestina è la New York dell'orrore, quello che lì succede, succede ovunque.

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giovedì 15 novembre 2012

Stupende manifestazioni in mezza Europa, hai visto?

Senza organizzazione che raccoglie, interpreta e guida, hai voglia, a manifestare!

Ma sono le masse, queste, le famose masse!

No, le masse sono masse quando hanno un nome, un indirizzo, una meta, altrimenti sono folle, d'accordo, anche simpatiche, anche importanti, dentro cui i più giovani imparano cos'è lo Stato, ma finisce lì, i padroni del vapore se ne fregano...

Tu c'eri?

Io non sapevo neppure che ci sarebbero state; piuttosto: in Grecia il sindacato connesso al Partito comunista  non ha mica partecipato, ecco un partito che mi piace, che tiene fuori dalle sue manifestazioni i provocatori spaccavetrine e chiama con il loro nome i sindacati promotori delle manifestazioni di ieri: reggicoda delle logiche che l'Europa impone ai Paesi.

Esagera, il PCG!

Forse, amico mio, forse...

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mercoledì 14 novembre 2012

Maestro, ho timore che mi diano dell'antisemita...

Chi?

I miei amici progressisti, soprattutto le lettrici dei maggiori quotidiani...

E perché?

Perché mi fa molto arrabbiare quello che combina Israele. Hai visto ieri a Gaza?

Ho visto un paio di tg, mi pare che sia piaciuto molto il videogioco della macchina centrata dall'alto, per Natale lo vedremo nei negozi di balocchi...

Giocattoli, maestro, giocattoli, si dice giocattoli...

Che fa rima con...

Vermiciattoli?

Se è per questo balocchi fa rima con sciocchi, non dobbiamo arrabbiarci, compagno Fritz, ma cercare di connettere...

E allora connettiamo!

L'assassinio dei nemici, pensa alla fine di Giulio Cesare, o a quella di Trotzky, è una vecchia pratica ed è molto comune, non si vede perché una potenza come Israele non dovrebbe servirsene. Hanno i mezzi, hanno la copertura, o la connivenza degli Usa, credono perfino di avere la ragione dalla loro parte, figurati!

Maestro, tu sei antisemita?

Quello di antisemitismo è un concetto che fa da foglia di fico, sai le foglie del fico dipinte sui genitali a scopo di censura, sopra certe opere d'arte?

Ma la politica militare di Israele non è mica un'opera d'arte!

Be', la guerra è anche un'arte, se vogliamo...

Il nostro autore ha scritto qui tante volte dei post contro Israele, lui non la pensa come te, ci va giù duro...

Fatti suoi, ognuno ha diritto ai suoi eventuali errori, torniamo a noi!

Ecco, ma tu sei o non sei un antisemita?

Un ebreo ignorante, o fanatico, o in mala fede, direbbe senz'altro che sono un antisemita, ma che m'importa, quello che conta sono i fatti. Gaza è un fatto, non una metafora. Gaza è un campo di concentramento colmo di internati costretti a sopravviverci per punizione: hanno peccato, anni fa, eleggendo Hamas, sai l'organizzazione sociale e politica che Israele bolla come terrorista? Gli internati lanciano razzi contro luoghi abitati dagli israeliani, e Israele risponde con la sua forza immensa e sofisticata...

E' la storia del lupo e dell'agnello?

No. Non ci sono né lupi né agnelli, in giro. Sono in questione schieramenti di esseri umani testardi e disonesti, tutto qui.

Come se ne esce?

Andreotti diceva che ci sono due tipi di matti, quelli che si credono Napoleone, e quelli che pensano a riordinare le ferrovie dello Stato; ma dimenticava un terzo gruppo: quelli che sperano che la questione israelo-palestinese possa essere risolta. Non se ne esce, compagno Fritz. Serve attendere con pazienza, noi vecchi poco, voi giovani molto, e quelli che verranno chissà quanto tempo, che questa porcheria sia compiuta in modo totale. Quando tutte le posizioni di questo kamasutra dell'orrore saranno state esplicitate, saremo arrivati al termine del libro.

Del libro...

Questa è una metafora, compagno Fritz.

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martedì 13 novembre 2012

Hai seguito il confronto tra i candidati del PD alle primarie?

No, ma ho visto la scenografia, basta quella, i contenuti sono rispecchiati dalla scenografia, capisci?

Ma che cosa pretendi, la tribuna elettorale dei tempi antichi?

Senti, ti dico questo, solo questo, io in quella scenografia non ci sarei andato a fare il pupazzo, anzi, io non avrei votato a favore delle primarie, anzi...

Anzi?

Anzi ed avanzi, non lo so, mica vale la pena, parlare con chi non capisce...Le primarie sono un modo di dire che un partito è partito per un viaggio definitivo, è morto, capisci, che partito è, se fa scegliere i suoi candidati alle elezioni a cani e porci?

Cani e porci, maestro, non ti sembra di essere un tantino aristocratizzante?

Certo, compagno Fritz, la politica è fatta da aristocratici, i migliori al potere, i migliori, quelli capaci, che hanno fatto, sono usciti allo scoperto, sanno pensare, parlare, organizzare, non dal primo fregnone che passa, e vota per il Renzi Matteo, magari perché è giovane...

Era tutto rosso, lo scenario del confronto tra i candidati PD...

Un'americanata...

A proposito, Obama ha vinto di nuovo...

Sì, vabbè, ha vinto cosa? Lo sai che adesso ci sono i bambolotti di colore, nei negozi di giocattoli? Obama è un bambolotto di colore, i candidati del PD sono aspiranti bambolotti nel negozio di giocattoli della politica di questo paese...

Sei giù di corda, maestro...

Mandami tua sorella...


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sabato 10 novembre 2012

Hai letto di Petraeus?

Chi è, un antico romano?

No, è il capo della CIA...

Ah, la CIA... E allora?

Si è dimesso dalla CIA perché ha tradito la moglie dopo 37 anni di matrimonio, con la sua biografa...

Fammi capire meglio: si è dimesso perché è rimasto fedele per troppo tempo?

No, perché è stato infedele! Capisci la specchiatezza di questi dirigenti della CIA?

Sì, ma dove lo hai letto? Su "Chi"? Su "Grazia"?

No, su la Repubblica...

Ah, leggi ancora la Repubblica! Questo ti varrà quattro giorni senza sigarette! Ma passiamo oltre:  vedi, compagno Fritz, noi dobbiamo studiare la mentalità di questi signori, perché è un errore pensarli simili a noi, hanno qualcosa nelle loro teste ....

Sono americani, amano la sincerità, vorrebbero essere limpidi, senza macchia, che male c'è?

C'è che a noi di quel che fanno a letto o in qualunque altro posto privato non importa nulla, che 'sto Petrus...

Petraeus, è quello che comandava in Afghanistan...

Che 'sto Petrus se la veda con la moglie, con la biografa, con gli avvocati, con chi vuole... pensi piuttosto all'Afghanistan, a tutto quello che hanno combinato d'infame in quel Paese, a quello che la CIA ha fatto nella sua storia, ovunque, nel mondo, per realizzare il dominio Usa, in nome dell'imperialismo!

Ma non ti accorgi di quanto sei ideologico?

Certo che sono ideologico, senza un'ideologia non vai da nessuna parte! Compagno Fritz, tu mi deludi, parli come un lettore, anzi, come una lettrice della Repubblica....

Ma non si tradisce il coniuge!

Tu sei un bambino, compagno Fritz, e poi sai, il tradimento è un'etichetta ... Non bisogna mescolare le carte, non dobbiamo dimenticare le differenze, il coniuge di un dirigente politico, il coniuge di chiunque, non c'entra nulla con ciò che quel chiunque fa nel suo lavoro, ci sono due punti di vista, uno sulla vita privata, uno sull'opera, non si può far diventare il privato pubblico, perché si rischia di non leggere più il pubblico per quello che è, qualcosa rivolto all'esterno, convesso...

Convesso?

Convesso, il pubblico come opera è convesso, il privato è concavo... A noi della moglie di Petrus e delle corna o non corna di madame Petrus non c'importa niente, è il suo, il loro concavo famigliare, a noi interessa la CIA, interessa la politica imperialista che la CIA esegue in nome dell'imperialismo, del dominio capitalistico sul pianeta, noi parliamo di politica, il piffero di Petrus ci è indifferente, ti ricordi il film di quel fregnone di Eastwood su Hoover? Nu poco ricchione e pure mammone? Ma non è questo il punto, compagno Fritz, non è questo che ci riguarda, tu mi fai invecchiare in fretta, con la tua ingenuità!

Come se ne esce, maestro?

Non se ne esce, compagno Fritz...E ricordati che non devi fumare per quattro giorni!


N.B.
Hoover fu il fondatore dell'ufficio federale investigativo (FBI).

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mercoledì 7 novembre 2012

Dopo essersi fatti nel 2008 una legge allo scopo di avere, dopo le politiche, grande maggioranza in parlamento, la cosiddetta Lega Nord e il cosiddetto Popolo della libertà oggi vorrebbero un cosiddetto porcellum modificato, così da andare incontro, alle politiche del 2013, ad una sconfitta contenuta: propongono, con l'apprezzamento della cosiddetta Unione di Centro, una legge elettorale che prevede un "premio di maggioranza" solo nel caso che la coalizione vincitrice arrivi al 40 ed oltre per cento.
I probabili vincitori delle prossime elezioni (PD e SEL), certi di non arrivare a tale soglia, non ci stanno, e dal loro punto di vista non hanno torto.
Ma questo punto di vista è sbagliato, infatti la legge elettorale corretta (giusta) sarebbe solo quella che prevedesse il metodo proporzionale puro (da tutti comprensibile) e limitasse la rappresentanza dei partiti solo al numero dei voti validi; non ai seggi disponibili. In questo modo il parlamento sarebbe rappresentativo della realtà (cattiva o decente) del Paese, ed anche diminuirebbe, con ogni probabilità, il numero dei parlamentari, visto che da molte parti si sostiene che costoro siano "troppi".
A noi piacerebbe, lo ripetiamo, che ogni eletto rappresentasse almeno 200 mila voti raccolti ovunque, quest'ultima sarebbe la cosiddetta soglia di sbarramento.
In questi giorni abbiamo udito elogi del sistema vigente in Usa, dove ci sono solo due partiti, uno più di destra, uno meno di destra, e dove gli elettori "sanno subito" chi li governerà. Si tratta di una concezione ipersemplificata della politica, che finge di dare voce diretta al "popolo". La concezione della politica, da noi, non è ancora del tutto rovinata, per fortuna ci sono ancora differenze di qualche importanza tra i partiti (se vogliamo continuare a chiamarli con il loro vecchio nome), ed ancora sfumature interessanti in seno al "popolo". 5 Stelle, Destra, Lega, UDC, IDV, SEL, eccetera, rappresenatno tali sfumature.
Un sostenitore di Romney, mesi or sono, affermò che gli americani sarebbero i "padroni" del Paese, e "i politici" sarebbero loro "dipendenti". Non dev'essere così: il personale politico non deve "dipendere", ma deve guidare, formare, orientare, cambiare, insegnare al "popolo" ad essere meno bestia di quello che è; ed il "popolo" dovrebbe guardare al personale politico di suo gradimento come alla parte migliore di sé.

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sabato 3 novembre 2012

Si aspettavano spettacoli mirabolanti, i media...

Di che cosa parli?

Dell'uragano Sandy sopra New York...

Ho sentito dire che certi video hanno mescolato filmati autentici con spezzoni di film catastrofistici...

Eh, sai, bisogna aiutarsi!

Sì, senti, quel drammatico ombrello rotto abbandonato in mezzo a una strada sotto la pioggia, l'hai visto?

No, me lo sono perso! Però sei una carogna, lo sai che sono morte decine di persone?

Muoiono decine di migliaia di persone ogni momento...

Tutto qui?

No, voglio raccontarti che cosa ho visto; dunque: ho visto un prato davanti a una casetta, sai di quelle casette che si vedono nei film? - questo prato si è sollevato come un tappeto, come una parrucca, sotto il vento o sei vuoi l'uragano, capisci?

No...

Era un prato finto, senza radici, era come un tappeto, con un po' di terra sotto, l'uragano lo ha scotennato via! Capisci, ora? Tutto è posticcio, solo l'uragano non è posticcio...

Eppure abbiamo detto che forse certe immagini erano fiction, quindi anche l'uragano era finto, almeno in parte!

Eh!...

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giovedì 1 novembre 2012

Della riduzione del numero di province che mi dici?

Non so niente delle amministrazioni provinciali, non so se valgono qualcosa o no, a parte il concreto dei territori, diciamo delle contee, va'! - che ha la sua consistenza, lo sai: l'Europa è un'arlecchineria di contee piene di sugo, di dialetti, di bevande, funghi, pesci, fiori, pani, formaggi, chiese, parchi, fiumi, villaggi, paesotti, cittadine, città - tutti differenti.....

Frena, frena, ho capito! E quindi?

Quindi far finta che quest'arlecchineria non esista, e accorpare territori che tra loro hanno poco a che fare, salvo tutto quello che li accomuna di moderno, è una forzatura fatta nel segno del risparmio, come si è fatto nell'università, dove al posto delle contee c'erano i dipartimenti....

Quindi?

Quindi niente, me ne frego, le contee seguitano a vivere in barba a Monti, solo mi domando come un cosiddetto governo tecnico non eletto si possa permettere di incidere su assetti diciamo istituzionali come sono, erano, le province....

E del sindaco di Prato che si è fatto intervistare, in merito alla fusione della sua provincia con quelle di Firenze e Pistoia, seduto sulla tazza di un cesso, come dire che la prospettiva lo fa cacare....

Sì?...

Sì, che mi dici?

Questo è un altro discorso, compagno Fritz, riguarda il linguaggio politico, non le province....

A proposito: tu come lo scrivi, 'sto plurale, con la i o senza?

Nella mia contea si scrive come si dice: senza i.

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