sabato 29 novembre 2014

Bang bang

Da un articolo pubblicato ieri sul Corriere si ricava che dal 1982 ad oggi  le varie forze di polizia, in Usa, hanno ucciso circa tremilacinquecento persone all'anno - di media. Non male. Qualcosa non va o è una nostra impressione? La maggioranza di questa massa di uccisi è formata da "afro-americani". Ma, democraticamente, anche i "bianchi" finiscono ammazzati. 
La faccenda della razza costituisce un condimento piccante, certo, d'un piatto nazionale, proprietà privata e  protezione, da parte della pula, dei privilegi dei ricchi. 

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giovedì 27 novembre 2014

Il buio prima della siepe

Per mezzo dell'argomento del razzismo la banda astutissima che governa il mondo, specialmente annidata negli Usa*, sta imbrogliando e imbrigliando tutti con un certo successo, bisogna riconoscerlo. Te lo do io "Il buio oltre la siepe", te lo do io "Mississipi burning"! Perfino le sollevazioni di popolo "nero" di questi giorni, in varie città degli Usa, fanno parte del teatrino che la banda astutissima ci ammannisce, e le masse che partecipano a queste sollevazioni ne sono i figuranti.
Quello che conta non è il colore della pelle o la linea del naso od il crespo delle chiome, no, è la cassa dove si trovano i capitali e chi ne ha la chiave e l'accesso. 
Va bene, i ricconi di solito non sono "neri".
I "neri" di solito non fanno parte dei ricchi, va bene.
Di razzismo però si deve parlare dopo che la ricchezza è stata redistribuita, dopo che l'equità sociale è stata messa al primo posto. Se ne parla invece prima, tanto per far confusione nella testa della gente, che abbocca, eccome se abbocca.

*Twentieth Century Fox 
significa "volpe del ventesimo secolo"

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martedì 25 novembre 2014

Nessuna partita è stata giocata

Hanno partecipato al voto per l'amministrazione della regione Emilia Romagna circa il 38% degli aventi diritto, in altri termini il 62% non ha votato. S'ignora il numero delle schede bianche ed annullate. Chi parla a questo proposito di aspetto secondario, chi dice che conta la vittoria larga della sua parte, è un cretino, una volta di più si manifesta come un cretino. Noi non accreditiamo quel 62% di non votanti di niente, perché niente ci aspettiamo dai nostri concittadini, invece accreditiamo di miserabilità totale coloro (i due Matteo) che cantano vittoria. La partita non si è giocata, tutto qui.

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sabato 22 novembre 2014

Politicità dello sciopero

Le grida di Renzi contro gli scioperi, come lui afferma, "politici", lo collocano con assoluta evidenza in quel quadro di miseria intellettuale e appunto politica che noi abbiamo imparato a conoscere da cinque decenni, da quando ragazzi scorrevamo il giornale reazionario di Firenze, La Nazione, o quando, per anni, le nostre giovanili orecchie dovettero udire le merdate antisindacali ed "antipartitiche" che spesso i mentecatti e i malafede lasciavano uscire dalle loro bocche.
Uno sciopero fa sempre politica, tutto ciò che esula dall'individuale privato è politico, uno sciopero generale fa due volte politica, uno sciopero sociale, cioè fatto anche da chi non lavora, è una forma, come e più delle altre, di protesta contro lo stato di cose presenti (o stato presente di cose).
Renzi è un povero individuo ignorante o in mala fede che assomiglia a Berlusconi, anzi: è un Berlusconi - senza averne i miliardi né la paraculaggine.

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giovedì 20 novembre 2014

Sangue

Abbiamo letto qualche commento su ciò che è accaduto l'altro giorno a Gerusalemme, dove sono state uccise in una sinagoga diverse persone, e ferite altre, da un paio di palestinesi, poi uccisi a loro volta dalla polizia israeliana. 
In Israele vige la pena di morte espressa, e la rappresaglia: infatti pare che il capo del governo Netan eccetera abbia ordinato di abbattere le abitazioni dei due palestinesi autori della strage. Hai capito? Se hai un vicino testa di cazzo, non si dice un parente, ti buttano giù la casa.
Non sappiamo qual è la ratio inerente, se non quella della vendetta, comunque torniamo ai due soli commenti che ora ricordiamo, quello di Venturini sul Corriere e quello di Schuldiner sul Manifesto. Entrambi suggeriscono che stia trasformandosi, la rogna palestino-israeliana, in una guerra di religione, e sembrano esserne colpiti. 
Entrambi i bravi ragazzi (non so però se Zvi è nome maschile, quello di Schuldiner) evocano il Califfato (Isis), e questo colpisce noi, infatti ci siamo domandati ironicamente parecchie volte perché Israele se ne stesse fuori, dalla guerra contro l'Isis. Ora l'Isis ce l'ha in casa.
Stupirsi per la trasformazione della rogna palestino-israeliana in guerra di religione, invece, ci pare davvero incredibile.

Tornando alla strage: certe cose non si fanno né in Danimarca né in Scozia, due Paesi a caso, dei quali il secondo fumino mica poco. Ci sarà un motivo, no?

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martedì 18 novembre 2014

Il bue dà del cornuto all'asino

V.Putin è stato fatto oggetto di sgradevolezze varie durante la riunione australiana (Brisbane) dei cosiddetti venti grandi, tra i quali, a parte il nostro grullerello, sono numerosi i leccatori delle suole delle scarpe di Obama; ora, il numero di coloro che si dedicano a questa antica pratica non sapremmo darlo, comunque l'oggetto del contendere è l'Ucraina, ritenuta dai più vittima della prepotenza russa, mentre invece è la Russia che sta giustamente in guardia di fronte alle manovre "occidentali" tese a piazzarle basi militari sotto il naso, con la scusa della democrazia. 
Altro: la Russia non ha invaso l'Ucraina; la Russia non si è annessa la Crimea; ed è da dimostrare che l'aereo carico di persone abbattuto la scorsa estate sia stato bersagliato dai filorussi dell'est Ucraina. 
Altro: se c'è un Paese che dovrebbe tacere e cambiar argomento quando si tratta di invasioni e di guerre questo si chiama Usa. 
Il bue dà del cornuto all'asino.

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giovedì 13 novembre 2014

Sciopero generale

Ieri Mario Draghi, presidente della BCE,  ha parlato in una sede universitaria romana ed ha precisato quanto segue, tra l'altro: che chi parla di perdita di sovranità deve sapere che tale sovranità con il debito pubbico che abbiamo in Italia è già perduta e semmai bisogna riconquistarla. Ha ragione, Draghi, il debito pubblico tanto è maggiore quanto di più rende uno Stato schiavo dei creditori - dei quali moltissima parte non sono riconducibili al Paese indebitato.

Tra i giovani che hanno accolto in modo critico e pugnace Draghi, testa pensante capitalistica, uno degli scampati alle cure della pula ha affermato, davanti all'intervistatore Rai, che quando avrà luogo lo sciopero generale indetto dalla CGIL (5 dicembre) il Jobs Act sarà forse già approvato. Il giovane voleva criticare l'intempestività dello sciopero, ma dimenticava insieme che uno sciopero generale ha valore di per sé e non è da sottomettere ad una meta precisa.

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"Quel che fevisce in special modo è l'ineleganza di questi stvaccioni sanguinavi che ivvompono nella vita di innocenti cittadini o di giovani militavi in libeva uscita pugnalandoli od investendoli con le lovo dannate vettuve, non v'è vagione al mondo che possa giustificave simili atti, mi ascolti, degli avabi non c'è da fidavsi mai, lo diceva sempve il mio cavo mavito Ezva."

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domenica 9 novembre 2014

Vendetta?

Un giovanotto ha sparso la voce di aver ucciso Osama Bin Laden. Costui faceva parte del gruppo di soldati Usa che entrarono nel rifugio di Bin Laden, anni or sono. Non è il primo che sostiene, mettendoci faccia nome e cognome, di aver ucciso il suddetto. 
Non abbiamo letto la pagina dedicata a questa notizia, perché la vita è breve, tutto qui, ma abbiamo colto da qualche parte in essa le parole seguenti: ora si teme una vendetta.
Quando Stati più o meno importanti organizzano uccisioni di loro nemici, "omicidi mirati" eccetera, quelle non sono vendette?

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giovedì 6 novembre 2014

Lucky to be alive

Obama è così "di sinistra" che gli americani interessati, poco più di un terzo (36%) dell'elettorato, lo hanno sepolto sotto un mucchietto di voti di destra, in altre parole il GOP ha stravinto. A proposito di sepoltura: noi continuiamo a pensare che Obama sia lucky to be alive, fortunato ad essere vivo, in un Paese simile. Potrebbe dare le dimissioni e dedicarsi a tenere seminari. In definitiva guadagnerebbe di più, in soldi, e sarebbe più sereno. Noi, che mai gli abbiamo accordato alcuna fiducia, questo blog ne è testimone, gli auguriamo ogni bene e ci rallegriamo del fatto che ancora qualche killer solitario sbucato da un film hollywoodiano non lo abbia fatto fuori. Un negro che propone un po' più di giustizia sociale, roba da matti - in Usa. 

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lunedì 3 novembre 2014

Il muro di Berlino

Berlino alla fine degli anni ottanta dello scorso secolo si trovava nel cuore della Repubblica Democratica Tedesca; di fatto era però una città di carattere internazionale in quanto, secondo le decisioni prese dai vincitori della seconda guerra mondiale (1939-1945) - Inglesi, Nord Americani, Sovietici - era divisa in settori, ragione per cui il settore "occidentale" era separato dal territorio della Repubblica Federale Tedesca. Invece il settore "orientale" era connesso alla citata Repubblica Democratica, di cui faceva parte. Interessante situazione, ma dolorosa assai per i tedeschi delle due repubbliche e in particolare per i residenti nella metropoli. 
Il famoso muro di Berlino iniziò ad essere demolito trentacinque anni or sono, nell'autunno del 1989. Rappresentava uno degli strascichi della fine della guerra; sanciva la separazione tra il socialismo della RDT ed il capitalismo della RFT, era una cosa dura: appunto un muro. Noi non lo rimpiangiamo, ma non possiamo fare a meno di deprecare la rottura del lavoro per il socialismo in Germania orientale ed in tutti gli altri paesi dell'Est europeo, Urss inclusa, che la fine del muro segnalò con forza. Noi non celebriamo "la caduta del muro di Berlino", ma siamo contenti che i cittadini tedeschi possano transitare nel loro Paese, i berlinesi nella loro città, a dispetto della sconfitta da loro patita nella lontana guerra 1939-1945.
E non possiamo non rammentare che di muri altri ve n'erano stati, ed altri ne sarebbero stati costruiti.

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domenica 2 novembre 2014

Cucchi

La sentenza d'appello sul caso Cucchi, totalmente assolutoria, dimostra una volta di più che la giustizia è amministrata secondo regole imperscrutabili e che un caso, come una pièce teatrale, può essere interpretato secondo l'estro della regia, dei giudici. Chi sviolina la magistratura è servito.

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