giovedì 29 gennaio 2009

Ti vogliamo bene: si può scrivere senza essere importunati dalla cronista di turno, o no?

Deve restare chiaro che, se siamo in democrazia, e se democrazia non significa solo andare a votare ogni qualche anno, qualsiasi opinione è da considerare liberamente esprimibile, così, quando ieri sera ho visto il TG3 su la notizia della solidarietà ( espressa su striscioni di stoffa attaccati a una rete lungo una strada) degli amici di quartiere a un ragazzo reo confesso di violenza sessuale commessa la notte di fine anno ai danni di una ragazza, quando ho visto una giornalista tentare insistentemente di far parlare questi amici del colpevole, magari rivelando il viso, ho pensato che, com'è ovvio, non c'è solo la violenza sessuale, ma anche la violenza giornalistica. Ti vogliamo bene, avevano scritto tra l'altro su uno striscione gli amici del colpevole. Dev'essere chiaro che tutti hanno diritto di voler bene a chi vogliono, e di scriverlo, ed hanno diritto di non volerne parlare con la stampa. Altrimenti vorrebbe dire che siamo in una dittatura travestita da democrazia, che è esattamente quel che penso.

Ieri ho letto (siamo al 22 marzo) che il reo di violenza sessuale è stato scagionato.

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mercoledì 28 gennaio 2009

Memoria

E' probabile che l'insistenza sulla memoria da non perdere in merito agli eccidi di persone ebree commessi durante la seconda guerra mondiale, scarsamente accompagnata da preoccupazioni inerenti altre stragi di "innocenti" (penso alle bombe atomiche sganciate dagli Usa su due città giapponesi nel 1945...) sia stata anche causata dalla necessità di mantenere vivo un contrappeso di colpa collettiva all'abuso formalizzato dal 1948 in Palestina con la nascita dello stato di Israele. Come reazione, altrettanto discutibile, non pochi, allo scopo di togliere quel contrappeso, hanno iniziato a mettere in dubbio l'entità degli eccidi, talvolta negandoli. Bel risultato: accecamento e ingiustizia.

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mercoledì 21 gennaio 2009

Braccobaldobama e i padroni veri.

Mentre non riesco a nascondere il mio sconcerto per la coglionissima eccitazione ( anche sul Manifesto, ragazzi, ma siete diventati scemi?) intorno all'entrata in servizio di Braccobaldobama, leggo e ascolto oscenità e cazzate su l'ultimo episodio della serie horror in onda da sessant'anni in Palestina. Ieri alla radio (rai3) ho sentito parlare di "danni" subiti dai palestinesi concentrati nella striscia di Gaza (km40Xkm5), come se in questione fosse un uragano, d'altra parte non ho avuto il cuore di leggere un'intervista realizzata dall'ultras B.H.Lévy a un militare israeliano e pubblicata dal Corriere, faziosamente schierato dalla parte del torto il giornale, sionista e mistificatore il Lévy. Sono morti ammazzati dai soldati israeliani più di 1300 esseri, il che significa che Israele ha fatto fuori l'uno per mille della popolazione di Gaza. Tornando a Braccobaldobama, finite le buffonate inaugurali, vedremo cosa farà quando si troverà davanti i padroni del vapore, quelli che decidono cosa si fa e quando e dove, vedremo se toglierà le mostruose forniture annue di armi e soldi a Israele, tanto per dirne una.

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lunedì 12 gennaio 2009

Bandiere e bombardieri.

Bruciare la bandiera altrui o la propria (se la si ha) produce cattivo odore e certo non è gentile, ma resta nel novero dell'allusione, dell'insistere sulla parte per alludere al tutto. Scandalizzarsi con chi brucia la bandiera israeliana durante manifestazioni di massa, e menzionare l'antisemitismo, è idiota e ipocrita. Intanto se la bandiera israeliana contiene un simbolo religioso non riguarda, ciò, chi la brucia; e poi il cosiddetto antisemitismo, errore in quanto semplificazione, stereotipia, categorizzazione, non è (ancora) un reato, ma un'opinione. Non siamo in democrazia? Criticare chi critica del resto è consentito, peccato però che io (per esempio) non abbia a disposizione i giornali maggiori e le tv, per le mie opinioni. Se m'incazzo un pochino, c'è da capirlo.
L'esercito israeliano uccide e spara nel mucchio, altro che bruciacchiare un pezzo di stoffa o di carta...

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venerdì 9 gennaio 2009

Errori.

L'orrida carneficina di Gaza ha come effetto non trascurabile e senz'altro utile quello di segnalare chi erra, e chi no, nell'ambito dei media. Ho visto Corriere, Stampa, Repubblica, Manifesto, TG3, TG1,TGLa7. Le scatole di errori - a sto punto spero che siano pagati, tutto sommato sarebbe un'ipotesi rassicurante, molto meglio che pensare che davvero credano alle cose che scrivono e dicono - le scatole di errori sono il Corriere, la Stampa, la Repubblica e il TG1, mentre si rarefanno gli errori nel TGLa7 e nel TG3. Il Manifesto si salva, ma preme troppo il pedale del pianto e troppo poco quello della critica.

La faccenda, per quanto tragica, è semplice. Israele è governata da un personale politico che non pensa, ma agisce, e si precipita verso la rovina, sua di sicuro, è solo questione di tempo, forse anche nostra (di tutti).

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lunedì 5 gennaio 2009

Bombardamenti e consigli legali.

Sulla Stampa di due giorni fa c'era uno specchietto (3 gennaio, pag. 5) su come gli israeliani tentano di evitare di essere accusati di crimini, dunque: telefonano a un condominio abitato da persone non di loro gradimento e segnalano che entro poco bombarderanno, tipo togliamo l'acqua per lavori ai tubi; pare che i casigliani spesso salgano sul tetto per impedire l'inizio dei lavori; allora gli addetti alla strage bombardano l'edificio di lato, così i casigliani scappano e la distruzione del condominio può essere perfezionata.

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