martedì 31 luglio 2012

Si narra (su Repubblica, oggi) che in India manchi spesso la corrente elettrica, cosa che dà noia alla minoranza che in quel Paese fa una vita paragonabile a quella che facciamo noi, e che ambisce al ruolo di grande potenza mondiale.
All'illustre redattore del lungo scritto non viene in mente che il black out rappresenti la resistenza dell'India millenaria alla modernizzazione.
Sarebbe un vero peccato se in futuro l'espressione "fare l'indiano" perdesse il suo alto valore.

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venerdì 27 luglio 2012

Le manifestazioni di Taranto in difesa dell'Ilva significano scambio di vita con denaro - "o la borsa o la vita", urlavano i briganti alle loro vittime, che, per non farsi ammazzare cedevano la borsa, cioè il denaro, l'oro e così via. All'industria che ci grida da tempo "o la borsa o la vita", noi rispondiamo: prenditi la vita, lasciaci il denaro per pagare il mutuo, la macchina, per acquistare le merci che ci fanno sentire vivi intanto che moriamo.

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mercoledì 25 luglio 2012

La ripugnante insistenza su questo scalino tra gl'interessi che paga il Tesoro tedesco e quelli che pagano i Tesori di altri Paesi è pura attività terroristica portata avanti da molti media allo scopo di annichilire i cittadini e renderli succubi di ogni oscenità antisociale.

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lunedì 23 luglio 2012

L'euro e la prospettiva di una UE compatta deve aver fatto ai dollaristi speculanti di tutto il mondo (guidati dalle agenzie di valutazione), effetto analogo a quello esercitato settanta anni fa da Hitler & c.: invece di invasioni militari, bombardamenti, stavolta i dollaristi usano la speculazione, "bombardando" i Paesi uno alla volta. Irlanda, Grecia, Spagna ....
I governi europei, succubi e complici, reagiscono come se la speculazione avesse come obbiettivo unico la socialità residua, e lavorano a distruggerla, ma alla speculazione non basta allargare il campo della dittatura del libero mercato, no: vogliono distruggere la prospettiva di una Europa con moneta forte, con un'economia forte, con un governo che possa dire la sua.
Come se ne esce?
Smettendo di affamare i popoli in nome del liberismo, e lavorando a unire le forze di tutti quelli che ci stanno, contro i nemici.

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giovedì 19 luglio 2012

La strage di turisti avvenuta ieri in Bulgaria, a Burgas, e quella di alte cariche dello Stato, a Damasco (ma qualche persona "qualsiasi" ne avrà fatto le spese) sono state presentate l'una accanto all'altra dai media, per esempio da La 7. E in certo modo i morti sono tutti uguali, e anche i vivi, questi ultimi tuttavia non sempre innocenti.

Chi ha realizzato le due stragi non si sa, ma i media han fretta di saltare alle conclusioni.

I turisti uccisi oppure feriti oppure terrorizzati provenivano da Israele, quindi presumibilmente erano ebrei. Colpisce che il capo del governo di quel Paese abbia proclamato che i suoi connazionali debbano continuare a viaggiare, ad andare in vacanza: al posto suo noi saremmo più prudenti. Israele è una fabbrica sempre attiva nel produrre nemici, 24 ore al giorno da oltre sessanta anni. Invece di fare il gradasso, il capo del governo di Israele farebbe bene a rallentare, almeno, i ritmi produttivi di cui sopra.
Al contrario sproposita, e con lui i nostri media peggiori, che la strage di turisti è opera dell'Iran, e minaccia quel Paese. Avanti così.

E in Siria? Chi lo sa. Qui era un attentato difficile da realizzare, interno al governo del Paese.

P.S. Il peggior quotidiano nazionale italiano, penosamente isterico, si può dire che avesse pronto all'aeroporto il suo inviato in Bulgaria, non è strana questa efficienza?


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mercoledì 18 luglio 2012

Il PD ha una forte componente ex democristiana, ciò comporta che tale partito deve tener conto delle opinioni cattoliche in merito alla questione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso, per esempio delle opinioni di Rosy Bindi: contrarie.
Le questioni interne del PD non c'interessano, mentre consideriamo degna di nota la tendenza che sta affermandosi tra le persone omosessuali a volersi sposare, mentre una forte minoranza considera tale tendenza un diritto.
Forse in questi anni abbiamo già sfiorato questo tema, ma saremmo lieti di conoscere la nostra opinione in merito ai matrimoni tra persone dello stesso sesso, infatti ce la siamo dimenticata. Càpita.
Ci pare, ecco ecco, di aver scritto ai tempi che tali matrimoni omosessuali segnalano che il matrimonio in genere è cambiato.
Quando parliamo di matrimonio omosessuale, quindi, non stiamo parlando del matrimonio dei nostri nonni o dei nostri genitori, ma di un'altra cosa, di un altro legame e patto. Si chiama matrimonio, ma è un modo di dire, come quando si dice democrazia: è un modo di dire.
Non c'è dunque da farsi venire il mal di stomaco. Né il voltastomaco.

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Interessante l'idea di "commissariare" la regione a statuto speciale Sicilia, peccato che ciò provocherà qualche poderosa sollevazione - più o meno "popolare". Sta' a vedere: gli amici siciliani magari ci aiutano a liberarci di questo governo di spietati contabili e contaballe.

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domenica 15 luglio 2012

Sfogliare il Manifesto dopo settimane di osservazione dei tre quotidiani nazionali più venduti significa respirare aria meno inquinata: non troviamo neppure il piagnisteo sulla miseria del giornale, quindi siamo molto contenti: fino alla prossima nausea. Neppure il prezzo, un euro e mezzo, ci irrita particolarmente; neppure l'eccessivo spazio occupato da recensioni estasiate; neppure l'angolo del giurista, che contestualizza l'oscena sentenza di Genova; neppure (...)

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sabato 14 luglio 2012

Lo Stato difende i suoi mazzieri fino al limite estremo, colpisce invece con durezza assurda chi abbia osato ribellarsi all'Ordine. Così per i fatti di undici anni or sono, a Genova, dove un incontro di mostruosità internazionali fu accolto da un grande No di massa contrastato, dal governo Berlusconi, secondo modalità degne di una dittatura fascista, sono stati semplicemente allontanati per qualche anno dai loro posti i mazzieri, mentre alcuni manifestanti sono definitivamente stati condannati anche a dieci anni di prigione.
Non ci scandalizziamo né c'indignamo, infatti abbiamo sempre saputo che sarebbe finita così. Come abbiamo sempre saputo che la morte violenta e sadica inflitta a Carlo Giuliani sarebbe rimasta impunita.
Gl'ignari che cosa, invece, devono imparare da Genova?
Che lo Stato usa la Legge non secondo Giustizia; che la Legge è diversa dalla Giustizia; che ribellarsi non basta, senza organizzazione.

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venerdì 13 luglio 2012

Venerdì penitenziale, ieri: articolo di fondo severo e insieme accorato sul Corriere, dal pulpito si rivolgeva ai fedeli un accademico pubblicista, artigli d'acciaio sotto il velluto dei guanti.
Se il Paese va come va, male, traduciamo in italiano la predica retoricamente aperta da una colonna di Perché? , ciò dipende dal fatto che il sistema non è regolato secondo le esigenze del liberismo:  competizione, concorrenza, merito, e soprattutto mercato, tanto mercato e sempre.
Il tipo, presumibilmente percettore di tre stipendi almeno, teniamoci bassi, se la prende con ogni forma di "garanzia" di reddito che è rimasta, e con quelle uccise negli ultimi anni, parla di "corporazioni" che resistono al "cambiamento", eppure appartiene ad una delle più vistose, quella universitaria. Mette insieme ricchi e poveri, padroni e servi, laureati e analfabeti, padroni ed operai, nel nome di un "Noi" che non esiste altro che nella sua testa, e in quella di chi come lui s'incarica d'imbrogliare le carte.
"Interesse generale", "Noi".
Balle.

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mercoledì 11 luglio 2012

Con una settimana di ritardo segnaliamo che un contestato ministro del governo attualmente in carica, la professoressa Fornero, avrebbe affermato, secondo certi media, di non aver mai detto una bugia in vita sua.

E' il caso di dire: c'è sempre una seconda volta.

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lunedì 9 luglio 2012

Non capita spesso di vedere un giaguaro che si straccia le vesti.
Su una tv specializzata in auto ho colto una pubblicità della marca del giaguaro contro le "discriminazioni" commesse dalla guardia di finanza in questi mesi a danno dei guidatori di auto "di gamma alta", fermati allo scopo di controllarne l'identità per confrontare le loro denunce dei redditi con la disponibilità dell'auto "di gamma alta". Si sostiene che il compratore di tali auto in realtà è un benefattore, perché paga l'iva al momento dell'acquisto e fa girare soldi nell'esercizio della sua auto: benzina, tagliandi, riparazioni eccetera.Senza contare la tassa automobilistica e l'assicurazione.
La pubblicità del giaguaro che si straccia le vesti non menziona il fatto che il possessore dell'auto poniamo da ottantamila euro dichiara introiti per diciottomila euro l'anno, né che l'auto è magari intestata a una società sita nel Parapagàl.

Ne ho vista un'altra, di queste pubblicità, stavolta nella forma di una straziante lettera di un giovanotto appassionato della Porsche: "ne avevo comprata una usata da 25 mila euro, cavolo, costa come una media, eppure il commercialista mi ha consigliato di venderla perché rischio di essere considerato ricco. Avevo realizzato il mio sogno" eccetera.
Come Calimero, il pulcino nero dei tempi di "Carosello": è un'ingiustizia però!

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domenica 8 luglio 2012

Nel supplemento della domenica di un quotidiano nazionale ho letto un articolo in merito al fenomeno del rifiuto che alcuni scrittori operano o hanno operato in merito a certi loro lavori aventi come oggetto politiche e leader politici oggi considerati in genere "negativamente". Così una poetessa che abbia scritto tanti anni fa dei versi su Stalin, può preferire che tali versi siano dimenticati, per esempio abolendoli da una nuova raccolta dei  suoi lavori. Fatti suoi. Qualche studioso può invece conoscere tali versi rifiutati e ritorcerli contro la poetessa in questione, secondo l'attuale spirito anticomunista.
D'altra parte uno scrittore può rivelare al pubblico di aver da giovane servito come soldato di un esercito oggi universalmente esecrato in quanto espressione del nazionalsocialismo e di Hitler. Ed essere criticato non solo per la sua adesione giovanile, ma per averla fin qui taciuta.
Oppure ad una scrittrice può esser rinfacciato di aver lei contribuito alla manutenzione della sicurezza del socialismo nel suo Paese, ai tempi.
Non va mai bene, insomma.
Secondo il nostro parere, uno scrittore, poeta, artista, ha pieno diritto di rinnegare o non rinnegare certe sue opere ed ha pieno diritto di raccontare (o non raccontare) quel che ha fatto da ragazzo, da giovane, o semplicemente in altri tempi, non importa che in questione siano Stalin, Lenin, Mao, a sinistra; o Hitler e Mussolini, a destra: infatti potrebbe trattarsi anche d'altri argomenti, magari autobiografici e del tutto privati. Come ha diritto di distruggere le sue carte inedite. Quanto al materiale edito, esso da qualche parte sopravvive e chi ne è in grado può leggerlo e di nuovo pubblicarlo, senza bisogno di inchiodare l'artista al suo passato in nome del ruffianissimo presente.
E infine: queste cacce alle streghe "estremiste" fanno pensare che oggi l'unico artista che può dormire tranquillo sia quello che ha sempre avuto idee politiche "moderate".

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La convergente critica, da parte della Confindustria e della Cgil, dei "tagli agli sprechi" proposti dal governo Monti, fa pensare che neppure il capitalismo industriale apprezzi il lavoro del capitalismo finanziario.
E' vero che il primo accumula profitti comprando lavoro e vendendo merci, mentre il secondo accumula profitti comprando e vendendo denaro (titoli, azioni eccetera).
E' vero che il capitalismo industriale dipende dal capitalismo finanziario, il quale oggi sta strozzando tutti allo scopo di salvare se stesso.
Ciò non c'impedisce di pensare che un sindacato, oggi, dovrebbe organizzare un'immediata risposta (non "entro settembre"), in nome dei lavoratori dipendenti e con loro, alla politica della miseria di tutti - eccezion fatta delle banche - realizzata dal governo Monti, senza dimenticare che il capitalismo industriale è l'avversario di sempre.

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sabato 7 luglio 2012

Nella lista che sullo schermo del computer mi appare, e scorro al posto della carta di giornale, che si può usare per pulire i vetri, per tamponare adacquamenti non voluti, o per altro, leggo un titolo circa i cattivi taliban, che avrebbero sparato su un'adultera (significa una donna che ha messo le corna al marito), mentre il popolo del villaggio intorno approvava.
Ahi!
Se gli europei e gli americani stanno armati in Afghanistan per il progresso del Paese, come affermano, per evitare ad esempio lapidazioni (uccisioni a sassate) di adultere, ed altre arretratezze simili, possono considerarsi soddisfatti.

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martedì 3 luglio 2012

In tv un fotografo ivoriano raccontava ieri sera i suoi inizi romani, quando dormiva presso la stazione Termini, in via Marsala. A parte i motivi ovvii di questa sistemazione, il giovane fotografo ha detto, nel suo italiano timido ma curato: dormivo in stazione per ricordarmi dove stavo.
Come fare un nodo al fazzoletto.

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lunedì 2 luglio 2012

I taliban osteggerebbero i bravi operatori sanitari che vagano tra Afghanistan e Pakistan erogando vaccini antipoliomielite in base all'assunto che si tratterebbe di spie: vaccinando si guarderebbero intorno e segnalerebbero eventuali obbiettivi da colpire. Agli "occidentali".
L'articolo dove abbiamo letto di questa penosa situazione si dilunga, nella sua seconda metà, sul fatto che Bin Laden, il leader assassinato e fatto sparire dagli americani,  sarebbe  stato individuato per una traccia biologica da lui lasciata a un sanitario, ora in carcere in Pakistan ma rivendicato, vedi caso, dagli americani.
Dunque i taliban hanno ragione: i vaccini e l'assistenza medica potrebbero nascondere anche dello spionaggio, non solo della filantropia "senza frontiere".
L'articolista, tra parentesi, ebbe anni fa il suo momento di gloria perché sequestrato dai taliban in base all'assunto che i giornalisti "occidentali" sono spie.

Del resto le spie sono spie proprio perché non sembrano spie, altrimenti che razza di spie sarebbero?

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Sui quotidiani che osservo (come cavalloni di mare con cui divertirmi) trovo spesso notizie su poveracci che lucrano qualche cento euro al mese simulando svantaggi di cui in realtà non patiscono, o seguitano a percepire la pensione di un loro caro estinto.
Ci sono, dentro queste storie, penose vicende private e di famiglia. In un mondo dove la giustizia sociale fosse legge, costoro potrebbero essere condannati.
Non nel nostro.
I "falsi ciechi" tentano di compensare, sono roditori, sì, rubacchiano un po' di cacio.
Ma le belve che si fan fuori intere tavole imbandite?

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domenica 1 luglio 2012

Abbiamo trovato abbinati nello stesso articolo di giornale il concetto di giustizia sociale e quello di liberismo. Dopo aver pensato ad un refuso, ci è venuta in mente la spiegazione di questa baggianata: l'articolista ritiene giusto socialmente che tutti i lavoratori stiano sotto schiaffo dei padroni, e non solo i lavoratori del settore privato.
Comando sul lavoro e sfruttamento, ricatti sull'occupazione: Uguali Per Tutti. Questa è la giustizia sociale del liberismo.

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